Futuri insegnanti: una (brutta) proposta su formazione e reclutamento

Post date: 20-ott-2009 4.46.42

Lo schema di Regolamento per l’abilitazione dei futuri insegnanti, recentemente sottoposto dal MIUR al parere dei suoi organi consultivi, non affronta, come sarebbe stato necessario, il tema del reclutamento e prevede un percorso di formazione frantumato tra gli specialismi accademici, lontano dal mondo della scuola.

Da anni, il reclutamento degli insegnanti, secondari e primari, avviene solo attraverso le graduatorie, costituenti ― in teoria ― il “secondo canale”; il primo, regolari concorsi, è inattivo dal 1999. Tali graduatorie sono ora bloccate, “a esaurimento” di chi c’è già. Per i docenti secondari, un anno fa è stato bloccato anche il meccanismo di formazione, fino ad allora costituito dalle Scuole di Specializzazione SSIS; dal settembre 2007 i laureati che vogliano divenire insegnanti non possono abilitarsi.

La legge finanziaria 2008 ha previsto un Regolamento per disciplinare congiuntamente la formazione iniziale (FII) degli insegnanti e il loro reclutamento. Nei giorni scorsi il Ministro Gelmini ha sottoposto agli organi consultivi (CUN per l’università, CNPI per l’istruzione), per il loro necessario parere, uno schema di Regolamento; esso riguarda però solo la FII, mentre nulla si prevede in merito al reclutamento.

Circa gli insegnanti secondari vi è pertanto una clamorosa contraddizione. La Ministra ha motivato il blocco delle SSIS affermando che, chiuse le graduatorie, i nuovi abilitati non avrebbero avuto alcuno sbocco; oggi, verrebbe ripristinata l’identica situazione. C’è chi osserva che il problema non sussiste, perché le riduzioni di organico cancellano la necessità di nuove assunzioni. Non è così: anche se nelle regioni meridionali le graduatorie esistenti basteranno per qualche anno, in alcune regioni settentrionali, in particolare ma non solo per le materie tecnico-scientifiche, le graduatorie sono esaurite e vengono conferite supplenze a neolaureati non abilitati all’insegnamento (per i quali poi si porranno quelle dequalificanti richieste di sanatorie e di trattamenti di favore che in passato hanno sempre avuto successo).